Il brodo e la lacrima

Il brodo e la lacrima

Breve prefazione

Questo racconto fa parte di una collana dedicata al fascino genuino delle vetuste bellezze delle nostre città.
Per incanto o altre magie piazze, statue, strade, vie, torri, chiese e monumenti prenderanno vita, spirito, sentimento, parola.
Ti racconteranno, sveleranno e nasconderanno, contemporaneamente, tante storie. Vicende e leggende; come protagonisti unici ed eterni testimoni della lunga e complessa storia delle nostre città.
Con la loro inconsueta e magica espressione, t’ispireranno sentimenti di stima e venerazione. Parleranno della gente che vive e ha vissuto insieme a loro; del loro variegato e armonioso tessuto urbano, regalandoti  sensazioni e vibrazioni umane.
Ti diranno: delle ambizioni, del senso civile, dell’equilibrio, dei gusti e dell’indole più vera dei suoi abitanti. Sedimentato negli anni dentro di esse, anche se sono solo pietre.
Depositari dei ricordi storici, viaggerai nel tempo, per cogliere gli aspetti più conosciuti e quelli più noti; le più curiosi e inediti che ti appagheranno lo spirito e l’intelletto.

Piazza Maggiore(La grande): Unica vocazione; quella di accontentare tutti…Pontefici, imprenditori, nobili, popolani, ortolani, notai, democratici e totalitari, santi e malfattori.

Capitolo uno ( Il brodo e la lacrima)

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Fu un singhiozzo, seguito da un altro, e poi…da un altro ancora. Una lacrime cadde in terra; bagno la piazza.
Era notte fonda, un giorno del mese di Gennaio, l’anno…uno qualunque, ma dei nostri tempi. Un freddo umido, ormai da tempo, accarezzava Bologna. Anche le ossa di quel uomo che, per la notte, aveva scelto come giaciglio Piazza  Grande.
Quella lacrima, figlia di quel singhiozzo, scivolò sulla pietra levigata, velocemente, infilandosi in una piccola fessura; temendo il freddo e la paura di ghiacciare. Nelle viscere della terra trovo riposo eterno…istinto umano, ma di ogni cosa.
D’improvviso la piazza tremò, un sussulto breve ma forte, fece scattare in piedi dalla paura BOBA ( quel Barbone). Tanta paura da fargli dimenticare il freddo e le sue disavventure.
Quella lacrima calda, sincera e sofferente aveva svegliato la Grande che con voce vetusta esclamò:
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Ci fu un breve silenzio; lungo per Boba che, ancora più impaurito di prima, si guardava intorno…incredulo e spaurito.
Quel silenzio sapeva di riflessioni, ricordi per la Grande che continuò: << Ahimè…! Se non fosse per quello amore e questa quiete, penserei fosse brodo bollente…questa goccia…ehm… >>. Si schiarì la voce e aggiunse:
<< Questa goccia calda che mi ha destato…>>.
Il silenzio copri queste parole, ancore ricco di ricordi per la grande, che sopraggiunse:
<< ah…! Ricordo…quando ogni anno per il 24 Agosto, giorno in cui si festeggiava la cattura di Enzo, dopo la battaglia di Fossalta, su queste mie spalle, ove tu giaci, si svolgeva la festa della porchetta. Quanta gente…! Dovevo sostenere. Quanti morti per un po’ di carne e qualche soldo…>>
Nel contempo Boba, il barbone, superata la paura, ma no lo sbigottimento, stava seduto e ascoltava…voltando la testa, or di qua, or di la, al fine di capire da dove giungeva quella voce.
La Grande, immersa nei suoi impolverati e mai dimenticati ricordi, continuo quel pensiero mai finito:
<< Guarda…! Là…! Vedi…?  Sulla facciata del palazzo comunale…!>>.
A queste parole un forte vento, caldo e piacevole soffio e partendo dal punto in cui si trovava Boba, segui per la direzione indicata dalla Grande. 

Continuerò al più presto…lascia un messaggio nei “Contatti” mi aiutera tanto…

Tale racconto ricorda, per altro il Film di Alberto Sordi Il conte Del Grillo.

<<Quel baldacchino coperto! Costruito, a mia memoria, ai tempi in cui Dante fece visita e soggiorno  a Bologna, ebbene! Era sempre gremito dagli anziani e potenti della città che, incuranti delle doloranti conseguenze, assistevano per il solo e unico sollazzo, a questa festa…In verità non erano gli unici a divertirsi: morivano dal piacere le “gentili” e delicate ”dame”; carne prelibata per i nobili palati…>> Un lungo silenzio segui come se la grande ricordando questi fatti avesse provata una profonda emozione…di dolore tale da bloccargli l’alito che riusiva a modulare le sue parole. Segui un tocco di tosse, breve ma forte che fece tremare tutta la piazza:
<<Altra carne era buttata al popolo: salsicciotti, pollame culatelli e anche monete. La folle mirata la preda si dimenava e utilizzando ogni mezzo e misura, per recuperare la cosa. Le frenesie erano cosi forti che, qualcuno ci lasciava anche la propria pelle; calpestato e maciullato dai più forti e prepotenti. I bambini, mandati allo sbaraglio dai più grandi, disperati per la fame, erano in numerosi a patire una morte sofferente. La sorpresa non è ancora finita qui…!
Il finale consisteva nel lancio della porchetta arrostita…il culmine della crudeltà, perché subito seguita da scrosci di  brodo bollente: addosso a quei poveretti dei popolani, impegnati a raccogliere di tutto e ignari della terribile sorpresa>>
Boba, il barbone, ancora più esterrefatto per la storia appena ascoltata e per quanto stava succedendo, capi allora l’affinità tra brodo e …lacrima.
Acqua, vita: scorrere dei pensieri che ridestarono i ricordi assopiti. Il suo cuore finalmente caldo si senti protagonista del miracolo che stava vivendo in virtù di tale confusione.
<< nessun miracolo…!>>
Sopraggiunse a quel pensiero la voce della Grande; questa volta burbera e tonante. Infastidita, un po’ per l’abbaglio preso… e cosi continuo tonante e voce stentorea:
<< cosa credi tu marrano che gridi al miracolo e ti stupisci tanto….
…grazie per l’attenzione amici preziosi…continua alla prossima…
Auguri di buon anno nuovo.
29 Dic. 2012    

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