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Novembre o anche il mese per riflettere ricordare e rinsaldare il legame di solidarietà che esiste tra chi è ancora pellegrino sulla terra e chi ci ha preceduti nella vita eterna.
Il mese dei suffraggi per i nostri cari defunti. Ma anche per tutti i defunti indistintamente, quelli che nessuno più ricorda, ma che da Dio sono amati e conosciuti per nome.
Un mese per meditare su...che cos'è il peccato, che ha portato la morte nel mondo.
Per pensare che su questa terra siamo solo dei viandanti senza borsa e senza 
sandali. 

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Novembre ci da da pensare e riflettere che non dobbiamo avere  paura della morte, perché essa ci porterà nella vera patria, più grande e più bella di questo mondo, dove viviamo per poterla raggiungere.
Proprio in questo mese, come forse mai, dovremmo essere animati da una sorta di ottimismo spensierato...pensare sempre che tutto alla fine deve finire bene. A Novembre viene a richiamarci a quelle sobrie verità che i nostri ragionamenti non potranno mai cambiare. Le verità circa la sorte dell'uomo dopo la morte, rivelataci da Cristo, spazzando via tutte le tenebre, tutte le perplessità, tutti i nostri dubbi per far luce alle sue parole:<<<...Io sono la via, la verità, la vita...>>>

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A tale ragione vi racconto questa storia ascoltata a mia volta tanti anni fa dal mio vecchio parroco e in occasione del giorno dedicato ai defunti:
Un principe Svedese stava scrivendo un libro contro l'immortalità dell'anima.
Un giorno, mentre il principe passeggiava nel suo giardino, gli si avvicinò una povera donna, che, tutta afflitta, gli chiese un'elemosina per far celebrare una messa in suffragio di suo marito defunto. Il principe, benché miscredente, prese di tasca una moneta e la consegnò alla donna.

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Passano alcuni giorni, e una sera il principe era intento a ritoccare il suo manoscritto quando a un certo punto alza gli occhi e vede davanti a sé un uomo, che gli dice: <<<...principe, io sono il marito di quella donna a cui avete regalato una moneta per una messa in mio suffragio. Vengo dal purgatorio per ringraziarvi della carità che avete fatto a mia moglie e a me, e a ricambiarvela col dirvi: c'è un'altra vita...>>>.

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Dalle riflessioni fatte sul mese di Novembre, possiamo dire che il pensiero dei nostri morti è tutt'altro che un pensiero triste.
Pensiamo che i nostri morti sono degli esseri viventi, che sono legati a noi da legami con cui ci erano uniti in questo mondo.
Soprattutto perché la morte per un cristiano non è mai disgiunta dal pensiero della risurrezione. La morte non è la fine, non è un salto nel buio, ma è il passaggio verso la vita eterna.

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Oggi anche i cristiani provano disagio a parlare della morte. Come se il pensiero dell'aldilà escludesse l'impegno di questa vita, per creare un mondo più bello e più giusto.
I veri cristiani hanno sempre saputo vincere la paura della morte. Come ci insegna questo racconto : 

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Un anziano morì e i figli si radunarono intorno al suo letto, lo vestirono, e cominciarono a piangere.
Egli aprì gli occhi e rise, e così fece una seconda e una terza volta. I fratelli lo pregarono:
<<<...Dicci, padre, perché noi piangiamo e tu ridi...?>>>

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L'anziano rispose: <<<... La prima volta ho riso, perché voi temete la morte.

La seconda, perché non siete pronti. La terza, perché dalla fatica io va­do alla quiete. E subito l'anziano di addormentò...!>>>